Un 31 luglio caldo da togliere il fiato, di quelli che Bari conosce bene, solo la stampa a testimoniare il simbolico taglio del nastro – è il Sindaco Decaro a impugnare le forbici e a ironizzare col suo solito garbo «Dovevo essere comparsa, eccomi protagonista» – per l’inaugurazione dell’Apulia Film House che ha sede all’ex Palazzo del Mezzogiorno nel complesso della Fiera del Levante e che potrà ospitare a pieno regime, si spera, visitatori e lavoratori dello spettacolo nel capoluogo pugliese a partire da settembre.

Il cinema ai tempi del Covid-19 sembra avere davvero la forza per pensare al futuro se si guarda all’impegno di Apulia Film Commission e Regione Puglia che, dopo il nuovo Cineporto a Taranto, in questa estate promuovono la cultura cinematografica aprendo un ulteriore polo museale per lo studio della Storia del cinema e dell’audiovisivo con l’ambiziosa vocazione di imporlo quale centro nevralgico per l’industria del settore.

Si tratta, spiega Simonetta Dellomonaco, presidente di Apulia Film Commission di «un luogo ad elevatissimo potenziale per poter dire cos’è oggi e cosa sarà domani il mondo cine-audiovisivo a partire dalla Puglia» mentre Antonio Parente conferma che «la vocazione funzionale e operativa di Apulia Film Commission, con la recente delega a organismo intermedio, ci ha reso la prima film Commission in Europa delegata direttamente a erogare aiuti di Stato con fondi di derivazione comunitari. Oggi tale passaggio epocale è completato per certi versi dall’apertura di Apulia Film House. Questa struttura, frutto di un lavoro straordinario e dello sforzo di tutti, ospiterà nella Sala Levante anche la progettualità e le attività di crescita e ricerca delle imprese audiovisive locali più innovative sul piano digitale, che operano nei settori del gaming, dell’animazione, della post-produzione del VFX. Imprese riunite in cluster produttivo pugliese che prenderà forma nel Polo del digitale».
Tra le anticipazioni Dellomonaco introduce LIMBO, lo studio con pareti a O spigoli che possiede la funzione Chroma Key e che permette di inserire in tempo reale soggetti o elementi in ambienti virtuali completamente tridimensionali: è questo un laboratorio al piano superiore per la post-produzione, attrezzato per lo sviluppo di nuove tecnologie e virtual effect e Dellomonaco rivela che professionisti sono già al lavoro sul nuovo video-clip di Cesare Cremonini.

L’Apulia Film House è uno spazio tutto vetri e riflessi: al piano terra è già allestito il primo percorso museale – che verrà proposto come approfondimento didattico con guida per le scuole – a cura della factory Makinarium di Leonardo Cruciano: alcune scenografie delle opere più apprezzate di Matteo Garrone si impongono con il loro estremo realismo nella Hall cominciando da «Il drago marino» de Il racconto dei racconti – Tale of Tales (2015), passando per le meduse realistiche galleggianti nel laghetto, visibili grazie ai giochi di auto-luminescenza, fino a «Bocca di Pescecane» realizzata per Pinocchio (2019) che sembra vegliare sull’Arena posta alle spalle della struttura, arena ancora in fase di allestimento che potrà ospitare proiezioni e spettacoli sia in inverno che in estate. In Sala Tridente è presente una zona di proiezione, all’occorrenza oscurabile, pensata per dare spazio ad un ricco corredo espositivo: teche, tavoli espositivi che custodiranno creature animatroniche, body props iperrealisti, special props da varie produzioni internazionali girate in Puglia.

Nel Palazzo erano già presenti tre exhibit allestiti da oggi con contenuti inediti: una proiezione olografica di George Meliès che racconta il Cinema delle origini, bozzetti preparatori originali di opere che oramai sono parte della storia produttiva di Apulia Film Commission, un monitor che mostra i luoghi del Cinema in Puglia e a corredo del percorso, due monitor touch ad opera del gruppo Phlay di Mario Amura attraverso i quali il visitatore potrà provare ad assemblare un video lavorando con spezzoni di film girati sul territorio per poi condividere sui vari network il risultato, perché al fascino indiscreto dei social l’esperienza contemporanea non saprebbe più rinunciare e perché famiglie e scolaresche del nuovo millennio potranno godersi anche la rassicurante presenza del fattore interattivo che, ormai è noto, nei Musei costituisce una attrattiva anche capace di rendere la fruizione più appetibile.

Ma l’allestimento della Apulia Film House che esiste per rispondere alle esigenze dell’audience development e alle necessità pratiche, artigianali dell’industria analizzate dal Centro Studi e Ricerche di Apulia Film Commission non avrebbe lo stesso impatto sul pubblico se non fosse per il prezioso patrimonio di manifesti e locandine originali di film che hanno fatto la Storia del Cinema: sono quei colori e quei nomi, quelle storie e quelle carte a dare valore alla memoria. È un patrimonio, questo, che recentemente è stato valorizzato dai contenuti integrativi sviluppati con la Digital Library della Regione Puglia ma che, come sottolinea il sindaco Antonio Decaro sostenuto dall’Assessore alla cultura Ines Pierucci, si deve ad «una delle anime storiche della Mediateca, Alfonso Marrese, che ci ha lasciato quasi un anno fa e che alla valorizzazione di questo patrimonio ha dedicato gran parte della sua vita professionale».

E così, sospesi tra memoria e fame di un futuro che sembra ancora troppo incerto (ci coprono ancora il viso le mascherine, lo sentiamo che il pericolo non è passato anche se batte questo sole cocente, siamo ancora in pochi a questa conferenza stampa che per ragioni di sicurezza si è opportunamente scelto di non aprire al pubblico) ci aggrappiamo alle parole di Simonetta Dellomonaco che nel concludere ringrazia calorosamente i giovani lavoratori di Apulia Film Commission e coglie questa occasione per ribadire che questo e tutti gli spazi della cultura e per la cultura sono proprio pensati perché sia valorizzata e coltivata anche la creatività e la professionalità dei giovani.

Bene, perciò, giovani, donne e uomini, ci si faccia avanti in questa Puglia che si rivela terra di opportunità per i talenti (per quei talenti che sono restati e anche per quelli che, disillusi da sogni di gloria esterofili, hanno vissuto la dura e cruda realtà della precarietà in suolo straniero anche poco più su di Roma e ora sono costretti ad accettare il ritorno come una sconfitta fatale): una casa c’è, andiamo ad abitarla e a farci abitare dallo studio, dall’analisi e dalla consapevolezza di quelli che sono i vari mestieri del Cinema e dell’Audiovisivo. Mestieri tutti fondamentali per lo sviluppo di una industria che, in un mondo che crolla, non può che fare della precarietà un limite da superare con resistenza e consapevolezza. Dei mezzi propri e del proprio territorio.