Al centro della riflessione di questi tempi così complicati non può non essere collocata la scuola e l’impianto pedagogico-didattico che ne costituisce il terreno privilegiato di dibattito e di ricerca.
E il prof. Francesco d’Itollo, appassionato interprete della vita civile e culturale nella seconda metà del nostro Novecento, locale e nazionale, ha saputo cogliere le istanze critiche e di rinnovamento provenienti dal mondo della scuola, dando voce, da dirigente scolastico, alla progettualità e sperimentazione di nuove forme e metodologie didattiche – che gruppi avanzati dei suoi docenti hanno teorizzato e poi sperimentato nella prassi quotidiana -, affrontando, da raffinato studioso, temi e nodi particolarmente delicati: la funzione docente, la discussione e la verifica degli strumenti didattici, la riflessione teorica e la ricerca pedagogica, contribuendo al cambiamento della prospettiva culturale proprio a partire dalla qualità del “nuovo” che investiva il processo di riqualificazione della didattica.
L’associazione culturale Felici Molti, con il supporto della famiglia sempre attenta ed impegnata nella formazione delle giovani generazioni, intende istituire un premio di studio dedicato alla memoria di Francesco d’Itollo destinato a giovani ricercatori di scienze pedagogiche.
A cento anni dalla nascita affidiamo al figlio Antonio il compito di delineare un breve profilo del prof. Francesco d’Itollo.
Si può affermare senza dubbio alcuno che l’intera vita di Francesco d’Itollo sia stata spesa ad esclusivo vantaggio della comunità barese. Egli, pur originario di Garzano di Caserta dove era nato il 26 settembre 1922, giunse a Bari nel 1936, a seguito di uno dei tanti trasferimenti subiti dal padre Antonio, brigadiere della Guardia Reale e antifascista, e quindi “retrocesso” ad appuntato delle Guardie carcerarie, e periodicamente trasferito da una regione all’altra (Firenze, Procida, Isernia, Cassino, infine Bari).
I suoi poco più che 80 anni di vita possono riassumersi nei due poli dell’impegno professionale (assistente universitario, docente nelle scuole superiori, preside) e di quello civile (amministratore cittadino, dirigente di partito, sindacalista).

Giunto a Bari, Francesco d’Itollo frequentò il Liceo Classico “Q. Orazio Flacco”, dove conobbe Angela Saieva, moglie e compagna di una vita. Si laureò in Lettere con una tesi in Letteratura Cristiana Antica.
Ha combattuto nel secondo conflitto bellico sul fronte francese (Ventimiglia e Valle Crosia), e nell’immediato dopoguerra, intervenne nel dibattito politico nelle file della Democrazia Cristiana, del cui movimento giovanile fu dirigente nazionale. In tale veste partecipò al grande Convegno Internazionale che si tenne a Bari nella primavera del 1947, alla vigilia dell’entrata in vigore della Costituzione Repubblicana.
Fu assistente della cattedra di Letteratura Cristiana Antica prima con il prof. De Capua, suo relatore di laurea, quindi con l’abate Giuseppe Ricciotti, approfondendo particolarmente gli studi sull’”Apologeticum” di Tertulliano; successivamente abbandonò il mondo accademico per dedicarsi all’insegnamento e, a partire dal 1961, alla dirigenza scolastica.
Nel frattempo aveva preso corpo il suo impegno nella politica attiva: fu consigliere e quindi capogruppo del suo partito al Comune di Bari, assessore alla Pubblica Istruzione e al Personale nelle sindacature Damiani, Dell’Andro, Vernola, Trisorio Liuzzi, componente del comitato cittadino e di quello provinciale della DC, accompagnando l’impegno politico a quello sindacale nelle file della CISL, e a quello professionale nell’UCIIM provinciale e regionale. Un particolare che pochi conoscono è quello del suo impegno nell’ENALCACCIA (di cui fu dirigente nazionale), l’associazione dopolavoristica che riuniva nel secolo scorso gli appassionati di quello sport che per mio padre, lungi dall’essere un massacro di inermi bestiole, era una occasione di contatto con la natura e con il territorio.

Fedele al suo impegno di educatore, pubblicò diversi saggi ed articoli dedicati alla riforma della scuola media unica (legge 31.12.1962, n. 1859) e alla sperimentazione di nuovi strumenti di valutazione, anticipando anche l’uso delle intelligenze artificiali, collaborando con il CSATA di Aldo Romano.
Pubblicò per i tipi della casa editrice N. Principato di Milano, due manuali, Cultura e Civiltà e Educazione Civica, tra i più diffusi nella scuola secondaria di II grado.
A sottolineare lo stretto legame tra scuola e territorio, organizzò in occasione del centenario dell’unità italiana (1961) una mostra documentaria, contribuendo, da amministratore e preside a far realizzare un monumento all’Unità d’Italia, che la scuola barese donò alla città di Bari e che tuttora fa mostra di sé sul Lungomare del capoluogo nei giardini di fronte al circolo Barion.
Divenuto preside, diresse prima la Scuola Media Statale “Leonardo da Vinci”, poi la “Giovanni XXIII”, entrambe a Bari, quindi la “Edmondo de Amicis” di Triggiano, per trasferirsi nel 1970 nuovamente a Bari, dove fondò la “Michelangelo”, che diresse per 21 anni fino all’inatteso pensionamento, facendo di quella scuola – pur divisa in più plessi e senza una sua sede istituzionale (quella attuale, fortemente voluta da mio padre, fu inaugurata soltanto dopo il suo pensionamento) – un sicuro e prestigioso punto di riferimento per le famiglie baresi, ed un attivo centro di innovazione didattica grazie a decine di iniziative di animazione e di sperimentazione metodologica, in virtù anche della presenza di docenti di prim’ordine e di grande spessore culturale e civile, quali Luciana Bresil, Chiara Febraro, Romeo Di Desidero.
Nel 1994 il Ministero della P.I. insignì Francesco d’Itollo della Medaglia d’oro per i benemeriti della Cultura, della Scuola e dell’Arte, che – purtroppo – per un disguido burocratico, fu consegnata postuma solo molti anni dopo. Allo stesso modo la Presidenza della Repubblica lo insignì prima dell’onorificenza di cavaliere, quindi di cavaliere ufficiale, infine di commendatore della Repubblica (anche quest’ultimo titolo postumo).

Dimesso l’impegno attivo nella politica e nel mondo della scuola, non è mai cessata la sua passione per gli studi e la ricerca: continuò perciò ad interessarsi alle vicende politiche pugliesi, partecipando attivamente a gruppi di lavoro di antichi militanti cristiano democratici non rassegnati alla scomparsa del partito nei cui ideali originari (quelli di don Luigi Sturzo, Alcide Degasperi e Aldo Moro, tanto per intendersi) essi avevano sinceramente creduto. Si dedicò allora alla riflessione politica sulle vicende di quel partito, e in particolare del movimento giovanile, nell’immediato dopoguerra, e stava perciò attendendo ad una Storia della Democrazia Cristiana in Terra di Bari, per la quale aveva già steso alcuni capitoli, raccogliendo una mole notevole di materiali e documenti inediti – tra i quali numerosi articoli di giornali, anche locali, praticamente introvabili nelle emeroteche pubbliche – quando la morte lo colse improvvisamente il 24 gennaio 2004.
Il Comune di Bari, nelle persone del sindaco Michele Emiliano e del presidente del consiglio comunale Giuseppe De Santis, ma soprattutto per iniziativa di Antonella Rinella e di tanti amici ed estimatori, ospitò nella sala del civico consiglio, la commemorazione del prof. Francesco d’Itollo, tenuta in occasione del 2° anniversario della morte e la presentazione di un volume di scritti e memorie – Francesco d’Itollo. Testimonianze e scritti – curata dal sen. Giovanni Procacci, dal dott. Nicola Damiani, già sindaco di Bari e dal dirigente scolastico e pedagogista prof. Cataldo Tansella.
In data 23 maggio 2009, sempre per iniziativa degli amministratori già citati, la città di Bari gli ha intitolato un piazzale sito in contrada Torricella nella ex frazione di Santo Spirito.
Francesco d’Itollo è sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Bari.

In occasione del centenario dalla nascita – abbiamo donato la ricca biblioteca di Francesco d’Itollo e Angela Saieva al sistema bibliotecario di Bari (rete Colibrì) e, per appassionato interessamento dell’Assessora alle Politiche formative del Comune di Bari Paola Romano, ed auspice il direttore don Pino Ruppi, gli oltre mille volumi saranno custoditi nella Biblioteca di quartiere dell’APS Redentore nel quartiere Libertà.
Numerose sono anche le iniziative per ricordarne la figura e l’opera: oltre alla cerimonia per la firma della convenzione con l’APS Redentore, la scuola “Michelangelo” di Bari sarà sede di una giornata di studi in suo onore e con l’Associazione culturale Felici Molti stiamo lavorando per istituire un premio dedicato alla sua memoria e al presente della pedagogia e della didattica nazionali e internazionali.