Freaks out.

Serena Vinci (1986) da Torino è la vincitrice della sezione recensione over 35 del Premio Internazionale di Critica Cinematografica Vito Attolini 2021 con “Freaks out.” per il tema “Visioni emergenti: il Cinema degli Anni 2000.

In una ben riuscita variante del tema de I fantastici 4 e X-man, Mainetti crea il suo personale
fumetto cinematografico su sfondo storico, avente come protagonisti Matilde la ragazza elettrica
(Aurora Giovinazzo), Fulvio l’uomo lupo (Claudio Santamaria), Cencio il domatore di insetti
(Pietro Castellitto), Mario l’uomo calamita (Giancarlo Martini) e Israel una sorta di Professor X
(Giorgio Tirabassi). Dopo averci presentato in un’atmosfera buffa e magica i personaggi all’opera
nel circo Mezzapiotta come fenomeni da baraccone, diamanti grezzi interessati prevalentemente alla
sopravvivenza, Mainetti apre il sipario su una Roma nel pieno delle atrocità della Seconda Guerra
Mondiale.

I fantastici quattro freaks sono tutti dotati di un superpotere, ma solo Matilde possiede quello che
cambierà le sorti di chi le sta intorno e, in parte, della guerra. Scopriamo che ognuno di loro ha
sperimentato l’abbandono da parte del proprio padre, ma il trauma della ragazza è diverso perché lo
ha ucciso lei stessa con la sua elettricità, anche se involontariamente. Non sappiamo se la scarica
elettrica sia scaturita da Matilde per difendersi in qualche modo da suo padre: la trama muove il
sospetto in tale direzione ma non lo dissipa.
Oltre al fantastico e al fantascientifico, il film è intriso di elementi fiabeschi e grotteschi, a partire
dalla rappresentazione del mondo circense che ricorda quella dei pagliacci contro le truppe
franchiste nella Balada triste de trompeta (2010) di Alex de la Iglesia.
L’elettricità permette a Matilde di difendersi e di difendere gli altri da chi può fare loro del male,
come i soldati nazisti e Franz il freak cattivo (Franz Rogowski). Quasi fino alla fine del film
Matilde non è in grado di controllarsi, non conoscendo ancora abbastanza sé stessa: “non so come funziono”, dice. Solo il confronto con una tigre svela come stanno davvero le cose: l’istinto della
ragazza comprende che l’animale non è un pericolo, quindi l’elettricità non si attiva perché non
necessaria e Matilde può accarezzare il felino senza fulminarlo.

Non è l’unico momento in cui gli animali si mostrano amici dell’uomo: Cencio chiama a raccolta
prima le api, per riuscire ad avere la meglio sui nazisti che banchettavano in uno dei convogli del
treno su cui era stato fatto prigioniero Israel, e poi tutti gli insetti presenti nella zona per domare il
fuoco che stava divorando un altro convoglio del treno, questa volta gremito degli ebrei che i nazisti
stavano mandando a morire nei campi di concentramento.
Non è abbastanza per elaborare una teoria sulle posizioni animaliste di Mainetti, ma per avanzare
qualche ipotesi forse sì.
Matilde, a tutti gli effetti la protagonista, compie il viaggio dell’eroe, anzi dell’eroina, in modo
esemplare: all’inizio esibisce un potere di cui sa pochissimo e che detesta ostinandosi a non volerlo
usare neppure contro nazisti che la minacciano; poi comprende che accettarlo è necessario, quando
grazie a esso salva se stessa e i suoi amici dal forno crematorio del Berlin Zircus; infine, riesce a
dominare il potere, così da direzionarlo verso i nemici provocandone la polverizzazione, a
richiamare tristemente la “soluzione finale” e, allo stesso tempo, preannunciando la loro sconfitta.
Se Taika Waititi nel 2019 con Jojo rabbit era riuscito nell’impresa impossibile di raccontare la
Germania nazista in chiave grottesca, giocando con gli stereotipi sulle note di una parodia amara,
Mainetti compie un altro sforzo. Dà voce e riscatto a tutti quei singoli individui perseguitati per
essere “diversi”, mostrando quanto abbiano combattuto e fatto la differenza, come l’esercito della
Resistenza, composto da deformi e straccioni e guidato dal Gobbo (Max Mazzotta).

Infatti, diversamente da quanto accade in Ragazze elettriche, il romanzo distopico di Naomi
Alderman del 2016, in cui le donne finiscono per ricreare una società speculare a quella del
patriarcato in cui tutte le dinamiche del potere esercitato attraverso la violenza restano intatte,
Mainetti costruisce personaggi che imparano a dominare i propri istinti e comprendono bene perché il potere debba essere esercitato solo in circostanze estreme. Per questo i quattro freaks sono dei
supereroi a tutti gli effetti.

La trama gioca dall’inizio alla fine sulla doppia semantica del titolo (freaks ‘mostri/prodigi’, freaks
out ‘entusiasmare/spaventare’), simbolo della straordinarietà propria di chi vive al margine della
società e delle esperienze di cui è protagonista o in cui è coinvolto.
Più ancora che con l’ottimo esordio Lo chiamavano Jeeg Robot, con questo suo secondo cimento,
Mainetti supera tanto la retorica del cinema italiano figlia del neorealismo quanto quella del
kolossal americano risalente al peplum o sword and sandal, creando un oggetto d’arte
cinematografica originale e difficilmente catalogabile in un unico genere.

Serena Vinci è francesista e scrittrice. È nata nel 1986 in Puglia, dove ha scoperto la sua passione per il cinema. Membro della giuria del Bif&st nel 2015 per la sezione Opere prime/seconde italiane, ha partecipato ai laboratori “Progetto Documentario” dello IED di Milano e “Il cinema è il tuo film” di Agis e Università di Bari. Vive a Torino, dove ha conseguito il master in Storytelling & Performing Arts della Scuola Holden e il diploma di archivista presso l’Archivio di Stato di Torino. Laureata con lode in Lettere Moderne, ha dedicato le sue tesi triennale e magistrale alla traduzione letteraria, occupandosi di Amélie Nothomb e dei traduttori francesi di Carlo Emilio Gadda.

ARTICOLO DI SERENA VINCI

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.