Car* voi che ci leggete, da giorni siamo al lavoro per proporvi nuovi incontri, nuovi viaggi. Siamo al lavoro alla ricerca di parole sincere e oneste, di storie e persone che con il loro prezioso studio possano stare con noi, portandoci ad aprire lo sguardo, ad accogliere questo come tempo di riflessione attiva e creativa.
Così abbiamo pensato a questa rubrica: PPP – Piccolo Prosimetro della Provvisorietà.
Per noi, ha valore di una chiamata alla Poesia.
Aspettiamo le vostre parole (potete scriverci via mail o sui social).
La Redazione di Polytropon Magazine
CREDO IN UN SOLO ADDIO
Credo in un solo Addio.
Credo al mio respiro, anche quando è sul finire.
Credo alla luce che ci sveglia, non sempre, al mattino.
Credo alla fede come radicamento alla terra, senza croci, preti e padri. Senza.
Credo al corpo, al sangue, alle mani.
Credo alla ribellione.
Credo a ciò che non hai mai potuto dirmi.
Credo agli animali.
Credo di averlo già vissuto, ma era solo l’eco, la traccia di un sapore.
Credo alla musica, al ritmo del passato che ci insegue.
Credo a ciò che non conosco.
Credo, banalmente, alla pace universale.
Credo nella pazienza di ‘essere’, non nell’urgenza di ‘apparire’.
Credo ai giorni intensi della nostra adolescenza.
Credo ai baci, ai silenzi prima e dopo.
Credo alla commozione.
Credo agli alberi-maestri che sempre sogno.
Credo ai vecchi che sanno accarezzare l’inquietudine di ogni pianto.
Credo alle streghe, quando graffiano o toccano i colori.
Credo a te, amore.
Credo alla casa-abbandonata in cui non sono mai riuscita a entrare.
Credo di esser libera da quella me che son io forse, e che talvolta mi lega le mani.
Credo all’immaginazione.
Credo al pazzo che dice ciò che non conviene.
Credo alla foto eterna di mia nonna che osserva il mondo da lontano.
Credo al tempo.
Credo alla paura, anche a quella di morire.
Credo, a volte meno di ieri.
Credo, a volte con fatica.
Credo. Ancora un poco.