Paolo Micalizzi: un ricordo affettuoso di Maurizio Sciarra

Paolo Micalizzi era un uomo gentile e appassionato. Paolo era un grande storico del cinema e un grande organizzatore culturale. Si scrive oggi dei suoi libri, fondamentali per la conoscenza del cinema e dei cineasti a/di Ferrara e del Delta del Po. Ma a me piace sottolineare la sua attività come organizzatore culturale. La Fedic, l’associazione dei cineclub, è stata parte integrante della sua vita, e il festival di Montecatini era la sua massima rappresentazione pubblica. Che Paolo aveva fondato, possiamo dire, e continuava a seguire con passione. Mi aveva invitato a far parte della giuria questa estate. Non ci ero mai stato, una mancanza grave, ho constatato. Perché i cineclub non sono soltanto cineforum, ma riuniscono anche coloro che il cinema vogliono farlo, ma farlo da amatori, e che a Montecatini trovano il palcoscenico giusto per mostrare le proprie creazioni. A volte molto interessanti, altre volte magari velleitarie. Ma come tutto quello che facciamo anche noi che lo abbiamo scelto come mestiere. E Paolo è stato il loro accompagnatore alla ribalta di Festival e rassegne. Abbiamo premiato film interessanti di giovani e non solo. Abbiamo scoperto che uno dei premiati aveva usato super8 che lui stesso aveva girato decenni fa, dichiarando la sua non più giovane età. E in tutto quel periodo il suo punto di riferimento è stata la Fedic, e Paolo.

Ma devo dirlo, quello che più mi ha colpito è stato incontrare, a volte conoscere, una giovane leva di critici che frequenta quel festival e lavora fianco a fianco alla Fedic. E l’affetto che tutti portano a Paolo. Sono loro che forse più di tutti lo piangono oggi.

Voglio però ricordare l’atmosfera del Festival. I pasti nella grande sala di un hotel che ha vissuto i fasti della grande stagione delle Terme, i pasti con i menù di un’altra epoca, le penne al salmone, le minestre… sembrava un tempo fermato, fermato ad un’epoca in cui il cinema era al centro del dibattito culturale del Paese. E lo era anche grazie a uomini come Paolo. Certo, molte cose sono cambiate, l’evoluzione della tecnica e di conseguenza dei linguaggi rischia di relegare quella esperienza ad altri tempi. Ma il clima che si respira lì, e nei circoli Fedic, rimane qualcosa da cui ripartire. Passione e competenza. Accoglienza e creazione di comunità. Ci rivedemmo a Venezia, mi inseguì per potermi regalare il suo libro su Massimo Sani, documentarista di storia che ho conosciuto e frequentato, con cui ho spesso polemizzato, ma che esprimeva un’altra stagione, quella in cui mi affacciai a questa stupenda professione. Conserverò quel volume con ancora più affetto, l’ultimo regalo di Paolo Micalizzi.

E vorrei chiudere con uno dei messaggi che mi mandò per accogliermi al Festival:
“Scusa, ma mi è partita una chiamata. Sto andando a Montecatini. Ci vediamo domani. Scendi alla prima fermata perché è più facile trovare un Taxi. Fatti portare all’hotel Settentrionale Esplanade e fatti rilasciare ricevuta. A domani. Paolo”.

Non è violazione della Privacy, ma ricordo affettuoso.

ARTICOLO DI MAURIZIO SCIARRA

In copertina: Paolo Micalizzi ritira il Premio alla Carriera alla 72^ edizione di Italia Film Fedic 22-26 giugno 2022

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