Libero

Il regista Marco Risi ricorda l’attore Libero De Rienzo (24 febbraio 1977 – 15 luglio 2021), indimenticabile protagonista del suo film “Fortapàsc” (2009) nel quale interpreta il giornalista assassinato dalla camorra Giancarlo Siani. La redazione di Polytropon Magazine ringrazia Marco Risi per questa delicata testimonianza.

A Libero De Rienzo piaceva farsi chiamare Picchio; anzi, lui era Picchio. Io invece preferivo Libero, mi sembrava più adatto. Quando ci siamo conosciuti era il 2008 e Libero o Picchio, se preferite, era esattamente il contrario del tipo che stavo cercando per interpretare Giancarlo Siani nel film “Fortapàsc”. Era vestito trasandato, pantaloni neri, T-shirt nera e felpa nera. Se Giancarlo era chiaro, solare, aperto, Libero era buio, scuro, chiuso; però e non è cosa da poco, anzi, è tutto, qualcosa di raramente intelligente, soprattutto negli attori, si nascondeva dietro il suo sguardo. Capiva.

Libero De Rienzo in “Fortapàsc”

Libero non amava fare l’attore, amava la macchina da presa, la conosceva perfettamente, avrebbe potuto smontare e rimontare una macchina da presa in cinque minuti. Gli piaceva fare l’operatore, tanto è vero che un’inquadratura di “Fortapàsc”, nella scena della mattanza del clan Gionta, l’ho fatta girare a lui ed era così contento. Ma, per tornare alla sua interpretazione di Giancarlo Siani e al come ci sia arrivato, si potrebbe dire che non sono stato io a sceglierlo bensì lui a decidere di voler essere Giancarlo. Nei suoi occhi, per tutto il film, brilla una luce intima che solo chi è dotato di una particolare sensibilità può cogliere. È stato come se i due si fossero conosciuti, anzi, è come se i due fossero stati amici e uno sapesse dell’altro cosa pensava.

Sono stati giorni belli quelli delle riprese, mai un problema, grande sintonia che è continuata anche dopo, quando ha cominciato a chiamarmi papino. Gli volevo bene e però non ho fatto niente per salvarlo. Intuivo la sua sofferenza, il suo dolore intimo, probabilmente veniva da lontano, dall’aver perso la mamma quand’era piccolo, e poi quando è morto il suo più grande amico, nella stessa maniera in cui sarebbe morto Libero, è come se una fetta di voglia di vivere se ne fosse andata con lui.

Giancarlo Siani

Il fratello di Giancarlo Siani, Paolo, quando ha ricevuto la notizia ha detto che era come aver perso Giancarlo una seconda volta.

Si parla sempre bene dei morti, di lui si parlava bene anche da vivo.
Sono stato al suo funerale, al cimitero, in Irpinia. mi ricordo Di Fiore De Rienzo, suo padre, distrutto e di Stefano Fresi che piangeva senza tenersi. Lo hanno seppellito accanto a sua mamma. Chissà, mi piace pensare che lo tiene stretto stretto a sé. Forse era solo di questo che aveva bisogno Libero.


Riposa in pace Picchio caro.

ARTICOLO DI MARCO RISI

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.